La Scuola Estiva di Sviluppo Locale è dedicata alla figura di Sebastiano Brusco e si propone di richiamarne la cifra analitica finalizzata alle azioni di sviluppo territoriale. Si svolge da oltre un decennio a Seneghe, nell’Alto Oristanese, e sta in questo suo radicamento il simbolico trait d’union con il Progetto Sardegna dell’Oece (1958-1962), che in quei territori ebbe luogo. Quel Progetto assunse infatti, per primo e in largo anticipo, le dimensioni sociali dello sviluppo, il capitale umano, la formazione e il capitale sociale come precondizioni dei progetti di sviluppo locale. Il modello di sviluppo e i metodi di attuazione che prospettava si basavano sulle risorse locali – sia fisiche che umane – su quelle proprie della quotidianità, nonché su quelle potenziali, implicite nelle attività esistenti. L’esperimento dell’Oece si concluse con la proposta di un Centro di Ricerca e Formazione Internazionale per lo sviluppo locale in area mediterranea.
In questa linea, la Scuola si conferma come un’esperienza “vetrina” delle migliori pratiche di sviluppo territoriale. Infatti, il costante richiamo reciproco tra momento analitico e attuazione progettuale e la connessione tra ricerca scientifico-accademica e politiche territoriali di sviluppo rappresentano un tratto specifico della Scuola, che coinvolge non solo accademici e studenti, ma anche operatori territoriali di sviluppo (es: Camere di Commercio, Gal, Distretti, Agenzie di Sviluppo), soggetti chiave dell’attuale quadro istituzionale (es: Regione ed enti strumentali, Fondazioni, Comuni), pubblici amministratori, aziende (es: produttori agroalimentari di qualità, cantine, imprese agrituristiche e del settore alberghiero, B&B), esponenti delle comunità locali, con il fine di rafforzare la costruzione di una comunità di esperti che ogni anno si incontra per discutere come progettare strategicamente e attuare le politiche legate al territorio.
La Scuola “Planargia-Montiferru come area pilota per il turismo sostenibile” assume e rafforza questo tratto specifico del richiamo tra momento analitico e attuazione progettuale: è orientata in prima istanza a restituire ai diversi portatori di interesse coinvolti – ed alle comunità tutte se vogliamo – i risultati conseguiti attraverso i progetti messi in campo nell’ultima fase di programmazione, al fine di sottoporre a valutazione le ricadute generate sui territori. In questa prospettiva, l’evento coinvolgerà un gruppo selezionato di portatori di interesse tra i soggetti chiave sopra definiti che, attraverso l’intervento di (a) responsabili di progetto e di specifiche azioni progettuali coerenti con le tematiche in oggetto, (b) un numero complessivo di 32 aziende legate al turismo sostenibile presentate come casi esterni rilevanti o come aziende coinvolte nei progetti capitalizzati da “Turismo Sostenibile in MACP”, (c) accademici competenti per tematiche specifiche, andranno a definire in maniera partecipata una linea di capitalizzazione delle buone pratiche già presenti sul territorio Planargia-Montiferru e aree attigue.
La Scuola è quest’ anno pensata quindi come momento di progettazione partecipata interno ad azioni e fasi di implementazione del progetto Turismo Sostenibile in MACP, si pone in continuità con la Progettazione pregressa e, partendo da importanti output di progetto, intende capitalizzare tutta una serie di sforzi, di impegni profusi nell’ambito dei diversi progetti che sono stati messi in campo e che vedono la componente privata – le imprese – tra i più importanti beneficiari. Un momento volto a creare concertazione tra progettualità e attori economici e dello sviluppo che – sebbene risultino spesso affini e complementari nel raggio delle loro azioni sul territorio – nel concreto perseguimento dei propri obiettivi progettuali o di mercato risultano poi scarsamente connessi. La Scuola, dunque, in successione a una prima fase di (a) analisi di esperienze progettuali (tot. 14) che per tematica e area di implementazione si interfacciavano a Turismo Sostenibile in MACP, (b) mappatura e selezione – come risorse territoriali – di realtà aziendali rilevanti per il tema del turismo sostenibile nelle aree interne, diventa spazio di relazione per discutere e capitalizzare in maniera partecipata quanto già presente sul territorio, individuando congiuntamente linee di sviluppo che supportino la creazione di un’ area pilota. È attraverso l’innesco di dialoghi di concertazione come questo, che ci si pone in linea con il precedentemente citato Progetto Sardegna, in un impegno e in uno sforzo collettivo in cui le comunità – nella fattispecie della loro moltitudine di attori, aspettative, bisogni e ambizioni – si riprendono “il centro” del dibattito sullo sviluppo, non chiudendosi in se stesse ma filtrando e intercettando bisogni e aspettative di attori esterni (es: turisti, nuovi abitanti, ecc.), altrettanto molteplici, che quei territori si riversano.
Di conseguenza, al fine di riportare nel momento Scuola tale complessità di rete e di interconnessione/interdipendenza, questa sarà organizzata nelle prime sue quattro giornate attraverso la presentazione mattutina dei casi progettuali individuati in fase d’analisi, discussi per tematiche guida dai responsabili di progetto e da profili accademici legati ai temi giornalmente trattati, e dalla successiva presentazione pomeridiana di esperienze aziendali che dialogheranno in una tavola tematica giornaliera con la guida di un moderatore scientifico. In ultimo è prevista una quinta giornata di chiusura finalizzata a dar conto degli elementi di forza e di sintesi di quanto emergente dalla progettazione partecipata orientando anche lo sguardo su esperienze esterne al territorio a cui guardare in chiave di buone pratiche.